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Manovra. La proposta del Forum: «Via gli 80 euro per darli alle famiglie»

Manovra. La proposta del Forum: «Via gli 80 euro per darli alle famiglie»

Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari: la manovra sta arrivando alla fase dei dettagli, la sensazione è che la famiglia stia scivolando in fondo alle priorità…
La sensazione è questa ma non voglio arrendermi. Mancano ancora due settimane alla Nota di aggiornamento del Def e 40 giorni al varo della manovra. E poi c’è tutto l’iter parlamentare. Dovremo spendere ogni ora, ogni minuto di questo tempo per spiegare che l’unico investimento essenziale per il Paese dal punto di vista economico, sociale e culturale é quello sulla famiglia. Non possiamo più accettare che l’anno giusto per la famiglia non è questo, ma quello che verrà.

Le ultime riunioni di governo hanno abbozzato misure economiche che hanno come beneficiario implicito, indiretto, le famiglie.
Beh qualsiasi misura economica va a cadere sulle famiglie, questo è ovvio. Anche uno sgravio alle partite Iva fa bene alla famiglia di quei professionisti. Così come la creazione di posti di lavoro. Il punto però è che siamo lontanissimi dal nodo decisivo, misure che dicano a un ragazzo o una ragazza di 26, 28, 30, 32 anni «guarda, resta qui, questo è il Paese in cui puoi realizzare i tuoi sogni più profondi: sposarti, avere bambini, mettere su casa…». I dati sull’emigrazione giovanile non dovrebbero far dormire chi governa.

Come si fa a lanciare un messaggio forte per la famiglia e la natalità?
Innanzitutto scegliendo. Lungi da me aizzare una guerra tra poveri, però a quanto si apprende sta per essere stanziata una somma tra i 4 e i 6 miliardi per mandare prima le persone in pensione. Per carità, legittimo, in alcuni casi anche sacrosanto, e poi anche questo in fondo beneficia il welfare familiare. Però ancora una volta si sceglie una generazione e lo si fa a discapito di un’altra. Ripeto: niente guerre tra poveri. Però in un Paese in cui galoppano l’invecchiamento e la denatalità mi sembra che si sia individuata una priorità più legata al consenso che alle urgenze oggettive. A questo punto almeno si provi a tenere le due cose insieme.

Mica è facile, dato per acquisito che l’Italia resterà nei margini di deficit concordati con l’Ue…

Secondo me si può. Ormai il tabù degli 80 euro é stato sfatato. In realtà noi lo abbiamo sfatato da un pezzo, quando sembrava un tema proibito proponemmo allo stesso Renzi di distribuire in modo diverso quei 10 miliardi. Anche il vostro giornale ha lanciato proposte per reinvestire gli 80 euro in un fisco formato-famiglia. Prendiamo quei soldi e mettiamoli sul fattore-famiglia, che consiste in una “no-tax area mobile” collegata al numero dei figli, con benefici su tutte le fasce di reddito ma in particolare per il ceto medio, che in Italia, anziché essere considerato come il motore del Paese, vive affacciato sul baratro dell’impoverimento. Insomma, vedo e leggo che nella maggioranza si parla di toccare il bonus-Renzi: lo si faccia per finanziare un intervento strutturale per la famiglia e non misure-spot.

Le misure annunciate in campagna elettorale, e anche dopo, sulla famiglia, sono molteplici: non è deluso?
Guardi alla gara delle promesse siamo abituati da anni, non mi scandalizza. Ricordo che molti leader politici hanno firmato o espresso interesse pubblicamente al nostro “Patto per la natalità”, che resta una proposta attraverso la quale noi vorremmo unire tutti, maggioranza e opposizione. Io credo che chi metterà mano al fisco formato-famiglia avrà il merito storico di aver cambiato davvero, e non per finta, le cose nel Paese. Il sogno è che lo si faccia insieme, con uno sforzo di coesione politica.

Verrebbe da chiedersi: perché la politica non vuole questa “medaglietta”?
Non per motivi ideologici, secondo me. Ma pragmatici. Le famiglie ce la fanno sempre, raschiano tutte le risorse, si aiutano, si arrangiano. La politica dice «questi ce la fanno da soli», e anziché premiarle sposta i soldi dove può imbattersi in proteste e rischi sociali più roboanti. Ma la crisi demografica é la più grande e silenziosa catastrofe sociale in atto. Purtroppo la politica si rapporta ad essa con il ciclo delle stagioni: in primavera si allarma e s’indigna, in estate ne parla sbadigliando, in autunno se ne dimentica e in inverno ci piange sopra.

 

di Marco Iasevoli

Pubblicata da “Avvenire” di giorno 9 Settembre 2018