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IL LAVORO, DIRITTO ED EMERGENZA SOCIALE

Venerdì 10 gennaio si è svolto a Caltanissetta un interessante incontro, promosso dall’Associazione “Più Città”, dal titolo «Il lavoro: diritto o emergenza sociale?», alla presenza del Sottosegretario di Stato senatore Steni Di Piazza. Condivisibile la metodologia adottata dagli organizzatori dell’incontro: un approccio plurale ad un tema complesso mettendo insieme la competenza e la capacità tecnica dei funzionari, la funzione mediatrice dei politici, la visione e le aspettative dei cittadini e delle Associazioni. Un lavorare in rete per avere uno sguardo più ricco sulla complessità del reale.
Tra i relatori, oltre al sottosegretario, anche Piero Cavaleri e Marina Castiglione (rispettivamente presidente e coordinatrice di “Più città”), il Dirigente dei Servizi sociali del Comune Giuseppe Intilla, il Dirigente del Centro per l’impiego Gaspare Russo ed il Presidente del Forum provinciale delle Associazioni familiari Massimiliano Centorbi.
Il senatore Di Piazza, nel suo qualificato intervento, ha illustrato la misura del Reddito di cittadinanza nella fase due e la sua attuale applicazione, nonché l’introduzione, nel codice civile, della figura dell’impresa di comunità quale strumento di contrasto alle multinazionali ed alla massimizzazione del profitto, ponendo al centro degli interessi la dignità della persona e non più gli utili.
Interessanti i dati forniti dai Dirigenti Intilla e Russo sull’attuale applicazione del reddito di cittadinanza.
Nel suo intervento, il presidente del Forum provinciale di Caltanissetta, Massimiliano Centorbi, ha sottolineato come qualsivoglia misura di sostegno – reddito di cittadinanza, cuneo fiscale, sistema pensionistico – a breve non saranno più sostenibili dal punto di vista finanziario, a causa del crollo delle nascite e dell’emigrazione inarrestabile dei giovani, soprattutto delle regioni meridionali. Di conseguenza, ha proseguito, o si svolta con misure strutturali a favore delle famiglie, ovvero crollerà il nostro sistema di welfare. Centorbi ha inoltre posto l’attenzione sul “razzismo di latitudine”, con una Italia spaccata in due, dove il federalismo fiscale ha scippato al Sud 70 miliardi di euro di risorse, e ciò comporta un intervento urgente sui livelli essenziali di prestazioni. Occorre un salto di qualità, una diversa visione culturale della famiglia: non più da assistere ma da promuovere.